Lo Shared Hosting, meglio conosciuto come Hosting Condiviso, consiste in un servizio che permette di condividere lo spazio web (utilizzato per promuovere siti, blog o forum) abbattendo i costi di mantenimento. Ma come è possibile sfruttare questa opportunità senza imbattersi in truffe?
Il servizio di hosting attraverso un server reale, ovvero un personal computer particolare permanentemente connesso, permette ad un sito qualsiasi di essere raggiungibile e visibile in rete.
Quindi possiamo affermare che è assolutamente necessario per essere presenti sul web, spesso però non si hanno a disposizione le risorse economiche necessarie e non ci si può permettere un server proprio, per ovviare a questa difficoltà in molti ripiegano sulla condivisione dell’hosting per ridurre notevolmente le spese, condividere lo spazio fisico del server e la larghezza di banda (ovvero la quantità di dati che il sito può scambiare in un periodo prestabilito, solitamente corrispondente ad un mese). Sembra complicato, ma non lo è, semplicemente ogni sito ha il suo spazio nel server condiviso e si identifica al suo interno attraverso un dominio personalizzato occupando una specifica partizione del disco fisso, rimanendo comunque indipendente rispetto agli altri utenti della piattaforma hardware. Il Web Hosting è dunque il servizio offerto dalle aziende Hosting Provider che mettono a disposizione i loro server affittandone lo spazio. In pratica i costi sono ridotti anche perché le stesse hosting provider risparmiano sulle spese di gestione, abbattendo i costi di manutenzione e mantenimento del server, per questo l’hosting condiviso è considerata la tipologia più economica di hosting offerta sul mercato. Tale formula ha avuto larga fortuna per la sua convenienza e per la sua semplicità, perché ha permesso ad un’utenza fatta anche da principianti di poter valorizzare il proprio sito o il proprio blog. C’è da dire che a volte la convenienza è solo apparente, bisogna fare attenzione alle offerte che si sottoscrivono, tantoché hosting apparentemente gratuiti vengono abbandonati a favore di server dedicati o server gestiti autonomamente.
Come abbiamo già detto ciò che spinge ad aderire ad un hosting condiviso è principalmente l’aspetto economico, aderendo ad esso non ci si deve preoccupare della gestione tecnica del server (che tocca all’Hosting Provider) e si ha l’assistenza inclusa nel canone mensile. La spesa di partenza può essere variabile, i prezzi non cambiano che si tratti di siti individuali o siti aziendali (naturalmente si fa riferimento ad aziende piccole, anche perché questa tipologia difficilmente potrebbe rispondere alle esigenze, allo spazio e alla larghezza di banda necessaria per realtà economiche affermate e dal giro economico considerevole). Comunque sia si può affermare che in larga parte questa metodologia rende il budget ridotto non più il problema di fondo, difficile da sormontare, il problema vero è trovare l’Hosting Provider che non da ciò che promette e che, per esempio non obblighi il cliente ad essere legato a sé per un tot di tempo o che propini costi aggiuntivi a contratto inoltrato. In poche parole bisogna stare attenti “agli asterischi”, ovvero alle norme non espresse in grassetto ma in piccolo, anzi piccolissimo e in fondo alla pagina dell’accordo contrattuale.
Distinguere gli Hosting Provider affidabili
Per voi lo spazio web, la RAM e la CPU sono entità astratte? Non sapete bene da che punto partire per creare un vostro sito capace di promuovere la vostra attività, magari ancora agli esordi? avete avuto così tante spese che risparmiare almeno su questo non sarebbe proprio una cattiva idea? Allora fate attenzione a quanto stiamo per dire perché si parla di affidabilità e incorrere nella scelta sbagliata vi potrebbe costare tempo, soldi e (speriamo non succeda mai) grattacapi e cause penali. La scelta di affidarsi a dei fornitori di hosting condivisi non è da escludere, non è una scelta sbagliata, ma bisogna guardarsi le spalle e il modo migliore è scegliere degli Hosting Provider fatti al caso vostro e, soprattutto, affidabili. Gli Hosting Provider ritenuti tali non sono poi così facili da individuare, una prima scrematura è possibile effettuarla osservando le clausole contrattuali, nello specifico necessita che questi pongano dei limiti di spazio fisico e di banda in base alle risorse reali del server. Qualche dubbio viene quando non pongono alcun limite, offrendo il cosiddetto “all unlimited” a prezzi super convenienti, praticamente irrisori. Non consigliamo di diffidare a priori, ma magari conviene far un po’ più attenzione perché Il problema sorge quando vengono posti dei limiti che non possono essere garantiti, informaticamente parlando supportati dalle risorse reali del server, in questo caso si può solo sperare che gli altri siti affittuari dello stesso server utilizzino solo una parte delle risorse destinategli, altrimenti si verifica il cosiddetto overselling. Ecco un concetto non difficile, ma una situazione in cui è meglio non trovarsi ovvero un caso di “sovraoccupazione” del medesimo spazio, sia ben chiaro che lo spazio è per definizione selettivo (non possono coesistere più entità nello stesso spazio). Statistiche alla mano si può affermare che l’overselling è un’eventualità abbastanza diffusa quando si ha a che fare con gli Hosting Provider troppo economici. A volte risparmiare un po’ mette in discussione ciò che magari si ritiene scontato come un sito internet che non si impalli, che non tardi a caricare l’immagine o a trasmettere ordini o a permettere all’utenza di sfogliare la galleria di immagini o di visualizzare una localizzazione specifica… naturalmente queste sono solo schermate ipotetiche di un sito qualsiasi, di una piccola attività come può essere un negozio o un blog sui viaggi. Al giorno d’oggi ci sono siti, blog e forum su qualsiasi argomento, ma tutti hanno bisogno di essere sempre raggiungibili, essere visualizzati al meglio dall’utenza senza che intercorra un inghippo. Ci sono provider che forniscono ai propri affittuari strumenti di configurazione facilitata e delle prestazioni di base. Ciò non toglie che condividere lo stesso server comporti un maggior rischio di contaminazione, soprattutto quando una pagina su piattaforma di hosting condiviso genera un traffico elevato e ogni sito legato ad essa risulta irraggiungibile per un po’.
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