L’utilizzo della sigaretta elettronica è esploso nel 2014 e sembra essere sempre più richiesta da un pubblico di tutte le età. Tuttavia non è ancora molto chiaro se si tratti di uno strumento più o meno dannoso della sigaretta classica, che ancora oggi è il primo strumento al mondo per l’assunzione di nicotina.
Questo articolo non è scritto da medici e ha l’unico scopo di riportare dati e fatti derivati da ricerche scientifiche di terzi. I contenuti hanno un solo scopo illustrativo e non sostituiscono il parere medico.
Danni dela sigaretta elettronica vs tradizionale
Innanzitutto c’è da dire che gran parte dei danni provocati dal fumo di sigaretta sono da attribuire alla combustione delle sostanze in essa contenute. Quando si fuma una sigaretta si assumono oltre 40.000 sostanze, tra cui nicotina, catrame, monossido di carbonio, benzene e molte altre.
Fortunatamente la sigaretta elettronica non agisce tramite combustione, ma vaporizza un liquido che poi viene inalato. Con la sigaretta elettronica vengono quindi eliminate tutte quelle sostanza molto dannose in seguito alla combustione.
Nei liquidi sono contenute sostanze, al momento ritenute meno dannose di benzene e catrame, anche se la nicotina è presente nella maggior parte dei liquidi.
Dunque, sembrerebbe, a parità di consumo, essere la sigaretta elettronica meno dannosa rispetto alla sigaretta tradizionale.
Tuttavia nei liquidi è presente, per favorire la vaporizzazione, il glicole propilenico. Questa sostanza è ritenuta dannosa soprattutto se ingerita, ma al momento sono in corso molti sudi per valutarne la pericolosità.
Studi medici sulla sigaretta elettronica
A proposito di studi, molto significativo è quello condotto in Italia da medici di rilievo internazionale, che dichiara la minore pericolosità della sigaretta elettronica, che viene considerata anzi un ottimo metodo per poter progressivamente smettere del tutto con la nicotina.
Anche se, è bene ricordarlo, un servizio americano ha messo alla gogna tempo da la e-cig, dichiarandola molto dannosa per la salute. Naturalmente è subito sorto il dubbio che si tratti di una congettura appositamente studiata a tavolino dalle lobby del tabacco americane.
La sfida sarà molto lunga e dura, ma la speranza è con una consapevolezza sempre maggiore sui danni provocati dal fumo si possano progressivamente ridurre il numero dei fumatori.
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